Niente rapporto biologico? Nessun assegno di mantenimento per figlio disconosciuto
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23973, depositata il 24 novembre 2015 torna ad occuparsi della corresponsione di somme a titolo di mantenimento dovute dal genitore ai figli.
La fattispecie sottoposta all’attenzione dei Giudici di Piazza Cavour prende le mosse da una sentenza della Corte di Appello di rigettato del gravame proposto dalla figlia nei confronti della sentenza di primo grado che nell’accogliere la domanda di disconoscimento della paternità intrapresa dal padre legittimo aveva disatteso la domanda riconvenzionale proposta dalla prima e volta ad ottenere la corresponsione delle somme previste per il suo mantenimento in occasione della separazione consensuale intercorsa tra la madre e il padre legittimo.
La Suprema Corte di Cassazione ricorda preliminarmente che «ferma restando la necessità del procedimento di modifica o di revisione nell’ipotesi che quest’ultimo diritto trovi il suo fondamento in una pronuncia passata in giudicato di separazione o di divorzio, “l’intervenuto accertamento giudiziale dell’assenza di qualsiasi reale rapporto di filiazione, non può non rendere più che mai privo di ogni reale giustificazione (…), sul piano della stessa coscienza sociale, il successivo proseguirsi di ogni tipo di contribuzione di “mantenimento” fondata proprio su tale insussistente, invece, qualità di figlio” (Cass. n. 6011 del 2003 cit.), al punto da porsi, una volta acquisita l’autorità di giudicato idonea a superare gli effetti del precedente titolo giudiziale, come fatto rilevante anche sul piano cronologico rispetto alla stessa data di introduzione del giudizio di revisione o di modifica».
Niente rapporto biologico? Nessun assegno di mantenimento per figlio disconosciuto
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23973, depositata il 24 novembre 2015 torna ad occuparsi della corresponsione di somme a titolo di mantenimento dovute dal genitore ai figli.
La fattispecie sottoposta all’attenzione dei Giudici di Piazza Cavour prende le mosse da una sentenza della Corte di Appello di rigettato del gravame proposto dalla figlia nei confronti della sentenza di primo grado che nell’accogliere la domanda di disconoscimento della paternità intrapresa dal padre legittimo aveva disatteso la domanda riconvenzionale proposta dalla prima e volta ad ottenere la corresponsione delle somme previste per il suo mantenimento in occasione della separazione consensuale intercorsa tra la madre e il padre legittimo.
La Suprema Corte di Cassazione ricorda preliminarmente che «ferma restando la necessità del procedimento di modifica o di revisione nell’ipotesi che quest’ultimo diritto trovi il suo fondamento in una pronuncia passata in giudicato di separazione o di divorzio, “l’intervenuto accertamento giudiziale dell’assenza di qualsiasi reale rapporto di filiazione, non può non rendere più che mai privo di ogni reale giustificazione (…), sul piano della stessa coscienza sociale, il successivo proseguirsi di ogni tipo di contribuzione di “mantenimento” fondata proprio su tale insussistente, invece, qualità di figlio” (Cass. n. 6011 del 2003 cit.), al punto da porsi, una volta acquisita l’autorità di giudicato idonea a superare gli effetti del precedente titolo giudiziale, come fatto rilevante anche sul piano cronologico rispetto alla stessa data di introduzione del giudizio di revisione o di modifica».
Recent posts.
Ritardo di 40 minuti al lavoro, vigilante licenziato: per la Cassazione il provvedimento è legittimo
Un uomo impiegato in attività di sicurezza presso una banca ha impugnato in tribunale il suo licenziamento, avvenuto a causa di un ritardo di 40 minuti. Se in primo grado il suo ricorso era stato [...]
Nella pronuncia del 4 Novembre la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo sottoporre il personale sanitario a eccessivi turni di reperibilità. Questo viene annunciato dal Codacons che riporta un’ordinanza della Corte di Cassazione riconoscendo [...]
Con la sentenza n. 30532/24 RG. n. 3103/2024, la Corte di Cassazione Sez III. Penale si è pronunciata sul ricorso avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Lecce in data 05/07/2023, annullando quest'ultima [...]
Recent posts.
Ritardo di 40 minuti al lavoro, vigilante licenziato: per la Cassazione il provvedimento è legittimo
Un uomo impiegato in attività di sicurezza presso una banca ha impugnato in tribunale il suo licenziamento, avvenuto a causa di un ritardo di 40 minuti. Se in primo grado il suo ricorso era stato [...]
Nella pronuncia del 4 Novembre la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo sottoporre il personale sanitario a eccessivi turni di reperibilità. Questo viene annunciato dal Codacons che riporta un’ordinanza della Corte di Cassazione riconoscendo [...]