Published On: 22 Ottobre 2017Categories: Articoli, Chiara Vaccaro, Diritto Penale

Lesioni personali, donna condannata dopo lite passionale

La Corte di Cassazione, sez. V Penale con sentenza n. 44375/17, depositata il 26 settembre ha condannato una donna per lesioni personali in seguito ad una lite passionale.

La vicenda si è consumata in un bar di un ospedale di Roma. Una donna e un uomo, legati in passato da una relazione, si erano ritrovati a discutere nel bar in questione.

Improvvisamente entra in scena una terza donna che subisce da parte dell’altra un violento «strattonamento dei capelli».

La vittima, in seguito a questo gesto ha presentato «ferite al cuoio capelluto, ferite giudicate guaribili in cinque giorni» così come ha riportato il «referto medico». 

Il Giudice di Pace ha condannato la donna, che ha realizzato l’aggressione, per «lesioni personali» sanzionandola con «400 euro di multa».

Inutili le obiezioni mosse in Cassazione dalla donna sotto accusa. Gli Ermellini hanno ritenuto irrilevanti il richiamo a presunti «episodi di violenza e disturbo» da lei subiti e non addebitabili alla donna aggredita nel bar dell’ospedale. Inoltre la tesi della «legittima difesa» è improponibile poiché, dalla ricostruzione dei fatti è emerso che la donna sotto accusa «ha fatto irruzione nel bar dell’ospedale, lanciando le chiavi contro l’uomo e aggredendo l’altra donna» e «afferrandola poi per i capelli».

Dott.ssa Chiara Vaccaro

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Published On: 22 Ottobre 2017Categories: Articoli, Chiara Vaccaro, Diritto PenaleBy

Lesioni personali, donna condannata dopo lite passionale

La Corte di Cassazione, sez. V Penale con sentenza n. 44375/17, depositata il 26 settembre ha condannato una donna per lesioni personali in seguito ad una lite passionale.

La vicenda si è consumata in un bar di un ospedale di Roma. Una donna e un uomo, legati in passato da una relazione, si erano ritrovati a discutere nel bar in questione.

Improvvisamente entra in scena una terza donna che subisce da parte dell’altra un violento «strattonamento dei capelli».

La vittima, in seguito a questo gesto ha presentato «ferite al cuoio capelluto, ferite giudicate guaribili in cinque giorni» così come ha riportato il «referto medico». 

Il Giudice di Pace ha condannato la donna, che ha realizzato l’aggressione, per «lesioni personali» sanzionandola con «400 euro di multa».

Inutili le obiezioni mosse in Cassazione dalla donna sotto accusa. Gli Ermellini hanno ritenuto irrilevanti il richiamo a presunti «episodi di violenza e disturbo» da lei subiti e non addebitabili alla donna aggredita nel bar dell’ospedale. Inoltre la tesi della «legittima difesa» è improponibile poiché, dalla ricostruzione dei fatti è emerso che la donna sotto accusa «ha fatto irruzione nel bar dell’ospedale, lanciando le chiavi contro l’uomo e aggredendo l’altra donna» e «afferrandola poi per i capelli».

Dott.ssa Chiara Vaccaro

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