Published On: 2 Giugno 2017Categories: Articoli, Chiara Vaccaro, Diritto di famiglia

Figlia studia a 26 anni, il padre deve mantenerla

La Corte di Cassazione, sez. VI Civile – 1, con ordinanza n. 10207/2017; depositata il 26 aprile ha confermato la legittimità del mantenimento di un padre nei confronti della figlia ventiseienne.

La ragazza ha conseguito la laurea triennale in ‘Educazione professionale dei servizi sanitari’ e vuole proseguire gli studi per ottenere la laurea specialistica.

Nel frattempo i suoi genitori divorziano chiudendo definitivamente tutti i rapporti. Unica questione rimasta in sospeso è il mantenimento della ragazza. I giudici decidono che il padre deve versarle «un assegno mensile di 850 euro», nonostante la ragazza sia maggiorenne.

I presupposti di questa decisione sono basati sulla valutazione che la ventiseienne non pare avere «rifiutato concrete opportunità lavorative» e ha invece scelto di «proseguire il proprio percorso di studi» nell’ottica di «un utile inserimento nel mondo lavorativo conforme alle proprie aspirazioni professionali».

A nulla sono valse le obiezioni e le contestazioni del padre.

La Cassazione, infatti, ha confermato che il padre deve continuare a versare alla figlia «850 euro al mese» in quanto la decisione presa dalla ragazza di completare il percorso di studi è legittima perché aumenta, per lei, la probabilità di entrare agevolmente nel mondo del lavoro. 

Dott.ssa Chiara Vaccaro

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Figlia studia a 26 anni, il padre deve mantenerla

La Corte di Cassazione, sez. VI Civile – 1, con ordinanza n. 10207/2017; depositata il 26 aprile ha confermato la legittimità del mantenimento di un padre nei confronti della figlia ventiseienne.

La ragazza ha conseguito la laurea triennale in ‘Educazione professionale dei servizi sanitari’ e vuole proseguire gli studi per ottenere la laurea specialistica.

Nel frattempo i suoi genitori divorziano chiudendo definitivamente tutti i rapporti. Unica questione rimasta in sospeso è il mantenimento della ragazza. I giudici decidono che il padre deve versarle «un assegno mensile di 850 euro», nonostante la ragazza sia maggiorenne.

I presupposti di questa decisione sono basati sulla valutazione che la ventiseienne non pare avere «rifiutato concrete opportunità lavorative» e ha invece scelto di «proseguire il proprio percorso di studi» nell’ottica di «un utile inserimento nel mondo lavorativo conforme alle proprie aspirazioni professionali».

A nulla sono valse le obiezioni e le contestazioni del padre.

La Cassazione, infatti, ha confermato che il padre deve continuare a versare alla figlia «850 euro al mese» in quanto la decisione presa dalla ragazza di completare il percorso di studi è legittima perché aumenta, per lei, la probabilità di entrare agevolmente nel mondo del lavoro. 

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