Esame di abilitazione alla pratica forense: cosa cambia
Cambio di regole per la pratica forense e per l’accesso all’esame di abilitazione.
Mentre ormai da tempo viene prorogata di anno in anno l’entrata in vigore della riforma che prevede l’utilizzo di codici non commentati per sostenere le prove scritte per l’abilitazione alla professione di Avvocato, da fine settembre è in vigore la nuova normativa per lo svolgimento della pratica forense.
Dal 27 settembre, tutti coloro che si iscriveranno come praticanti avvocati agli albi dei rispettivi ordini di appartenenza dovranno svolgere la pratica secondo la nuova normativa.
La novità rispetto al vecchio sistema sta nell’obbligo per i praticanti avvocati di frequentare, nel corso dei 18 mesi di pratica, una scuola di preparazione all’esame di abilitazione.
Corsi di tal genere esistono da anni e sono organizzati tanto dai Consigli degli Ordini Professionali quanto da Istituti privati, ma la loro frequentazione è sempre stata rimessa alla libera scelta dei praticanti; con il cambio di regole la frequentazione diventa ora obbligatoria.
Sui termini e sulle modalità di frequentazione dei corsi le informazioni sono tuttavia poche; il CNF detta delle linee guida ma sul piano pratico ci si sta ancora organizzando.
Quel che è certo è che il corso (che avrà l’obbligo di frequenza per almeno l’80% delle lezioni ai fini della sua validità) avrà durata pari all’intero percorso di pratica, dunque 18 mesi e si dividerà in tre moduli semestrali con durata minima di base di 50 ore per ciascun modulo.
Durante le lezioni, che dovranno essere organizzate in modo da non interferire eccessivamente con l’ordinario svolgimento della pratica forense al fianco del dominus, il praticante si cimenterà nell’esame di casi concreti e nella redazione di atti e pareri in vista dell’esame scritto alla fine del percorso di pratica. Alla fine di ogni modulo di insegnamento il praticante sarà chiamato a sostenere una verifica finale, il cui mancato superamento comporterà l’obbligo di ripetere il semestre; ugualmente accadrà per l’ultimo semestre di corso laddove in caso di prova insufficiente non verrà rilasciato il certificato di compiuta pratica, necessario per essere ammessi a sostenere gli esami scritti per l’abilitazione al patrocinio.
Altra questione riguarda poi l’accesso ai corsi in commento, che potrà anche essere a numero chiuso, ed il costo che il praticante dovrà sostenere per potervi partecipare.
Le direttive parlano di costi che non devono essere troppo gravosi per i praticanti e che comunque devono rispondere all’esigenza degli Istituti che li organizzeranno di coprire le spese di organizzazione e funzionamento senza fini di lucro, ma resta ancora da vedere ai fini pratici in che misura la frequentazione dei corsi graverà sui praticanti.
Avv. Maddalena Iavazzo
Esame di abilitazione alla pratica forense: cosa cambia
Cambio di regole per la pratica forense e per l’accesso all’esame di abilitazione.
Mentre ormai da tempo viene prorogata di anno in anno l’entrata in vigore della riforma che prevede l’utilizzo di codici non commentati per sostenere le prove scritte per l’abilitazione alla professione di Avvocato, da fine settembre è in vigore la nuova normativa per lo svolgimento della pratica forense.
Dal 27 settembre, tutti coloro che si iscriveranno come praticanti avvocati agli albi dei rispettivi ordini di appartenenza dovranno svolgere la pratica secondo la nuova normativa.
La novità rispetto al vecchio sistema sta nell’obbligo per i praticanti avvocati di frequentare, nel corso dei 18 mesi di pratica, una scuola di preparazione all’esame di abilitazione.
Corsi di tal genere esistono da anni e sono organizzati tanto dai Consigli degli Ordini Professionali quanto da Istituti privati, ma la loro frequentazione è sempre stata rimessa alla libera scelta dei praticanti; con il cambio di regole la frequentazione diventa ora obbligatoria.
Sui termini e sulle modalità di frequentazione dei corsi le informazioni sono tuttavia poche; il CNF detta delle linee guida ma sul piano pratico ci si sta ancora organizzando.
Quel che è certo è che il corso (che avrà l’obbligo di frequenza per almeno l’80% delle lezioni ai fini della sua validità) avrà durata pari all’intero percorso di pratica, dunque 18 mesi e si dividerà in tre moduli semestrali con durata minima di base di 50 ore per ciascun modulo.
Durante le lezioni, che dovranno essere organizzate in modo da non interferire eccessivamente con l’ordinario svolgimento della pratica forense al fianco del dominus, il praticante si cimenterà nell’esame di casi concreti e nella redazione di atti e pareri in vista dell’esame scritto alla fine del percorso di pratica. Alla fine di ogni modulo di insegnamento il praticante sarà chiamato a sostenere una verifica finale, il cui mancato superamento comporterà l’obbligo di ripetere il semestre; ugualmente accadrà per l’ultimo semestre di corso laddove in caso di prova insufficiente non verrà rilasciato il certificato di compiuta pratica, necessario per essere ammessi a sostenere gli esami scritti per l’abilitazione al patrocinio.
Altra questione riguarda poi l’accesso ai corsi in commento, che potrà anche essere a numero chiuso, ed il costo che il praticante dovrà sostenere per potervi partecipare.
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