Published On: 18 Novembre 2020Categories: Articoli, Diritto fallimentare, Focus, giuseppe edoardo tarabuso

DECRETO BLOCCA FALLIMENTI

L’annuncio del viceministro all’Economia Laura Castelli non lascia spazio ad equivoci: il Governo sta preparando un provvedimento blocca-fallimenti e lo stesso Ministero dell’Economia varerà un decreto contenente misure urgenti finalizzate ad allungare, posporre e limitare le scadenze alle quali ogni azienda in grave difficoltà di bilancio deve adempiere.

Questo provvedimento nasce dall’esigenza di rimarginare l’emorragia che la crisi dovuta al Covid sta creando nel mondo delle imprese. Le stime sono, infatti, pessime perché ben una pmi su due rischia di fallire nel 2020.

A ciò, ovviamente, segue l’alto rischio di fallimenti nel 2021, anno nel quale sicuramente si manifesteranno una moltitudine di default aziendali successivi alle chiusure dei bilanci 2020 e, soprattutto, causate dal lockdown e dalla caduta del muro ai licenziamenti.

Non tutto il panorama imprese guarda di buon occhio questo decreto. Infatti, Stefano Micossi, economista e direttore generale di Assonime, l’associazione delle SpA, ha espresso i suoi dubbi a riguardo. Per quest’ultimo, il primo vero problema è la riforma della legge fallimentare approvata nel 2019 e che entrerà in vigore a settembre 2021. Questa riforma, secondo Micossi, contiene strumenti poco funzionali, come l’”allerta” (che dovrebbe prevenire casi di default di impresa tramite una maggiore responsabilizzazione del debitore e degli organi di governance), e il governo dovrebbe concentrare le proprie forze sui problematici istituti della suddetta riforma.

Inoltre, per il direttore generale il secondo problema è dettato dall’incertezza del momento che l’Italia sta vivendo e che non giustifica un intervento così deciso sui fallimenti perché decidere già da ora chi deve fallire porterebbe ad uno squilibrio tra debitori e creditori che non sarebbe giustificabile.

L’alternativa al decreto blocca fallimenti la suggerisce lo stesso Micossi. In un momento storico complicato e delicato come quello che stiamo vivendo, il governo dovrebbe concedere più cassa alle aziende piuttosto che riscrivere le regole dei fallimenti. Le aziende devono ricevere sostegno da leve come i finanziamenti agevolati e devono poter accedere a misure di ricapitalizzazione come il Patrimonio destinato di Cassa Depositi e Prestiti.

Come era preventivabile, un annuncio di questa portata ha creato diverse fazioni con diverse idee e opinioni a riguardo.

Non resta che aspettare le prossime mosse ed indicazioni di Palazzo Chigi per poter comprendere al meglio gli istituti che saranno messi a disposizione delle imprese dal decreto in questione.

 

Dott. Giuseppe Edoardo Tarabuso

 

Fonte foto: database freepik

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DECRETO BLOCCA FALLIMENTI

L’annuncio del viceministro all’Economia Laura Castelli non lascia spazio ad equivoci: il Governo sta preparando un provvedimento blocca-fallimenti e lo stesso Ministero dell’Economia varerà un decreto contenente misure urgenti finalizzate ad allungare, posporre e limitare le scadenze alle quali ogni azienda in grave difficoltà di bilancio deve adempiere.

Questo provvedimento nasce dall’esigenza di rimarginare l’emorragia che la crisi dovuta al Covid sta creando nel mondo delle imprese. Le stime sono, infatti, pessime perché ben una pmi su due rischia di fallire nel 2020.

A ciò, ovviamente, segue l’alto rischio di fallimenti nel 2021, anno nel quale sicuramente si manifesteranno una moltitudine di default aziendali successivi alle chiusure dei bilanci 2020 e, soprattutto, causate dal lockdown e dalla caduta del muro ai licenziamenti.

Non tutto il panorama imprese guarda di buon occhio questo decreto. Infatti, Stefano Micossi, economista e direttore generale di Assonime, l’associazione delle SpA, ha espresso i suoi dubbi a riguardo. Per quest’ultimo, il primo vero problema è la riforma della legge fallimentare approvata nel 2019 e che entrerà in vigore a settembre 2021. Questa riforma, secondo Micossi, contiene strumenti poco funzionali, come l’”allerta” (che dovrebbe prevenire casi di default di impresa tramite una maggiore responsabilizzazione del debitore e degli organi di governance), e il governo dovrebbe concentrare le proprie forze sui problematici istituti della suddetta riforma.

Inoltre, per il direttore generale il secondo problema è dettato dall’incertezza del momento che l’Italia sta vivendo e che non giustifica un intervento così deciso sui fallimenti perché decidere già da ora chi deve fallire porterebbe ad uno squilibrio tra debitori e creditori che non sarebbe giustificabile.

L’alternativa al decreto blocca fallimenti la suggerisce lo stesso Micossi. In un momento storico complicato e delicato come quello che stiamo vivendo, il governo dovrebbe concedere più cassa alle aziende piuttosto che riscrivere le regole dei fallimenti. Le aziende devono ricevere sostegno da leve come i finanziamenti agevolati e devono poter accedere a misure di ricapitalizzazione come il Patrimonio destinato di Cassa Depositi e Prestiti.

Come era preventivabile, un annuncio di questa portata ha creato diverse fazioni con diverse idee e opinioni a riguardo.

Non resta che aspettare le prossime mosse ed indicazioni di Palazzo Chigi per poter comprendere al meglio gli istituti che saranno messi a disposizione delle imprese dal decreto in questione.

 

Dott. Giuseppe Edoardo Tarabuso

 

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