Avviso di accertamento: l'integrabilità del provvedimento accertativo coi dati di un altro ufficio fiscale
Con ordinanza n. 1542/2018 la Cassazione ha affrontato la questione dell’integrabilità o modificabilità dell’avviso di accertamento.
L’Agenzia delle Entrate, in qualità di ricorrente, contestava l’annullamento, ad opera della CTR Puglia, di un avviso di accertamento Iva, Irpeg e Irap relativo all’anno 2003 e notificato nel 2008; annullamento dipeso dall’esistenza di un precedente accertamento parziale, nel Febbraio 2007, definito in adesione nel Luglio 2007.
La Suprema Corte accoglieva il ricorso sulla scorta del fatto che il secondo atto impositivo era fondato sul p.v.c. della G.d.F. datato Dicembre 2007, dunque, successivo sia all’accertamento parziale sia all’atto accertativo in via di adesione.
Gli Ermellini hanno ribadito che “costituiscono dati la cui sopravvenuta conoscenza legittima l’integrazione o la modificazione in aumento dell’avviso di accertamento, mediante notificazione di nuovi avvisi, ai sensi del D.P.R. n°600/1973 art. 43 c.3, anche i dati conosciuti da un ufficio fiscale, ma non ancora in possesso di quello che ha emesso l’avviso di accertamento al momento dell’adozione di esso” (come Cass. Sez. V 12/05/2006 n°11057).
Ciò è confermato dalla consapevolezza, da parte della giurisprudenza di legittimità, che la soluzione di un accertamento parziale non chiude la porta al promovimento di un ulteriore accertamento, da notificare entro il 31 Dicembre del quinto anno successivo a quando viene presentata la dichiarazione o, se omessa, dal settimo anno successivo a quando avrebbe dovuto essere presentata.
Luca Chiaretti
Avviso di accertamento: l'integrabilità del provvedimento accertativo coi dati di un altro ufficio fiscale
Con ordinanza n. 1542/2018 la Cassazione ha affrontato la questione dell’integrabilità o modificabilità dell’avviso di accertamento.
L’Agenzia delle Entrate, in qualità di ricorrente, contestava l’annullamento, ad opera della CTR Puglia, di un avviso di accertamento Iva, Irpeg e Irap relativo all’anno 2003 e notificato nel 2008; annullamento dipeso dall’esistenza di un precedente accertamento parziale, nel Febbraio 2007, definito in adesione nel Luglio 2007.
La Suprema Corte accoglieva il ricorso sulla scorta del fatto che il secondo atto impositivo era fondato sul p.v.c. della G.d.F. datato Dicembre 2007, dunque, successivo sia all’accertamento parziale sia all’atto accertativo in via di adesione.
Gli Ermellini hanno ribadito che “costituiscono dati la cui sopravvenuta conoscenza legittima l’integrazione o la modificazione in aumento dell’avviso di accertamento, mediante notificazione di nuovi avvisi, ai sensi del D.P.R. n°600/1973 art. 43 c.3, anche i dati conosciuti da un ufficio fiscale, ma non ancora in possesso di quello che ha emesso l’avviso di accertamento al momento dell’adozione di esso” (come Cass. Sez. V 12/05/2006 n°11057).
Ciò è confermato dalla consapevolezza, da parte della giurisprudenza di legittimità, che la soluzione di un accertamento parziale non chiude la porta al promovimento di un ulteriore accertamento, da notificare entro il 31 Dicembre del quinto anno successivo a quando viene presentata la dichiarazione o, se omessa, dal settimo anno successivo a quando avrebbe dovuto essere presentata.
Luca Chiaretti
Recent posts.
Ritardo di 40 minuti al lavoro, vigilante licenziato: per la Cassazione il provvedimento è legittimo
Un uomo impiegato in attività di sicurezza presso una banca ha impugnato in tribunale il suo licenziamento, avvenuto a causa di un ritardo di 40 minuti. Se in primo grado il suo ricorso era stato [...]
Nella pronuncia del 4 Novembre la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo sottoporre il personale sanitario a eccessivi turni di reperibilità. Questo viene annunciato dal Codacons che riporta un’ordinanza della Corte di Cassazione riconoscendo [...]
Con la sentenza n. 30532/24 RG. n. 3103/2024, la Corte di Cassazione Sez III. Penale si è pronunciata sul ricorso avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Lecce in data 05/07/2023, annullando quest'ultima [...]
Recent posts.
Ritardo di 40 minuti al lavoro, vigilante licenziato: per la Cassazione il provvedimento è legittimo
Un uomo impiegato in attività di sicurezza presso una banca ha impugnato in tribunale il suo licenziamento, avvenuto a causa di un ritardo di 40 minuti. Se in primo grado il suo ricorso era stato [...]
Nella pronuncia del 4 Novembre la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo sottoporre il personale sanitario a eccessivi turni di reperibilità. Questo viene annunciato dal Codacons che riporta un’ordinanza della Corte di Cassazione riconoscendo [...]