Published On: 12 Luglio 2018Categories: IMPRESE

Il fallimento Borsalino

Passata nelle mani di diverse gestioni la storica azienda Borsalino all’inizio del 2000 ha visto come suo principale azionista l’imprenditore Marco Marenco il quale, anche se per tradizione dedito al mercato energetico, ha investito eccezionalmente nella società manifatturiera.

Come notoriamente emerso, l’imprenditore astigiano ha effettuato una serie di operazioni finanziate con il debito bancario, che lo hanno portato nel 2015 ad un tracollo finanziario tra i più grandi d’Italia coinvolgendo però, purtroppo, anche la Borsalino.

In conseguenza di quanto accaduto il Cda della Borsalino, nel tentativo di un recupero e dunque di un risanamento dell’azienda, ha chiesto al Tribunale di Alessandria l’ammissione al concordato preventivo, con la predisposizione di un piano industriale presentato dall’unica figura industriale disposta a tentare di salvare l’azienda ovvero l’imprenditore Philippe Camperio, il quale ha provveduto a saldare i debiti fiscali versando oltre 4 milioni.

Le buone azioni poste in essere dall’imprenditore italo-svizzero non sono però bastate a fronteggiare il crack legato alle vicende finanziarie di Marenco e dunque ad evitare il peggio: ed infatti alla fine del 2016 il Tribunale di Alessandria ha revocato il concordato preventivo che era stato concesso qualche tempo prima.
Entrata nel nuovo anno (2017) la Borsalino tenta un ulteriore risollevamento con una nuova proposta concordataria risultata però ab origine vana tanto da essere immediatamente rigettata: ed infatti il 18 dicembre 2017 il Tribunale di Alessandria ha dichiarato il fallimento della Borsalino basandosi su ragioni tecniche e legali svincolate dalla concreta gestione aziendale, tanto che alla società viene prorogato il contratto di affitto fino al 31 luglio 2018, garantendo così la piena operatività della produzione, la continuità aziendale e l’utilizzo del marchio.
La buona notizia, oltre alla piena continuità aziendale e produttiva, arriva il passato 15 giugno, mediante il raggiungimento di un accordo transattivo con i curatori fallimentari; è stata infatti messa a punto una nuova offerta di acquisto degli asset propedeutica e posta alla base dell’asta fallimentare indetta dalla procedura per il 21-22 luglio p.v.
Tre sono le condizioni fissate per il futuro acquirente che si aggiudicherà l’asta di luglio 2018:

  • la prosecuzione dell’attività di produzione;
  • l’utilizzo dei macchinari;
  • l’utilizzo del marchio Borsalino.

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Passata nelle mani di diverse gestioni la storica azienda Borsalino all’inizio del 2000 ha visto come suo principale azionista l’imprenditore Marco Marenco il quale, anche se per tradizione dedito al mercato energetico, ha investito eccezionalmente nella società manifatturiera.

Come notoriamente emerso, l’imprenditore astigiano ha effettuato una serie di operazioni finanziate con il debito bancario, che lo hanno portato nel 2015 ad un tracollo finanziario tra i più grandi d’Italia coinvolgendo però, purtroppo, anche la Borsalino.

In conseguenza di quanto accaduto il Cda della Borsalino, nel tentativo di un recupero e dunque di un risanamento dell’azienda, ha chiesto al Tribunale di Alessandria l’ammissione al concordato preventivo, con la predisposizione di un piano industriale presentato dall’unica figura industriale disposta a tentare di salvare l’azienda ovvero l’imprenditore Philippe Camperio, il quale ha provveduto a saldare i debiti fiscali versando oltre 4 milioni.

Le buone azioni poste in essere dall’imprenditore italo-svizzero non sono però bastate a fronteggiare il crack legato alle vicende finanziarie di Marenco e dunque ad evitare il peggio: ed infatti alla fine del 2016 il Tribunale di Alessandria ha revocato il concordato preventivo che era stato concesso qualche tempo prima.
Entrata nel nuovo anno (2017) la Borsalino tenta un ulteriore risollevamento con una nuova proposta concordataria risultata però ab origine vana tanto da essere immediatamente rigettata: ed infatti il 18 dicembre 2017 il Tribunale di Alessandria ha dichiarato il fallimento della Borsalino basandosi su ragioni tecniche e legali svincolate dalla concreta gestione aziendale, tanto che alla società viene prorogato il contratto di affitto fino al 31 luglio 2018, garantendo così la piena operatività della produzione, la continuità aziendale e l’utilizzo del marchio.
La buona notizia, oltre alla piena continuità aziendale e produttiva, arriva il passato 15 giugno, mediante il raggiungimento di un accordo transattivo con i curatori fallimentari; è stata infatti messa a punto una nuova offerta di acquisto degli asset propedeutica e posta alla base dell’asta fallimentare indetta dalla procedura per il 21-22 luglio p.v.
Tre sono le condizioni fissate per il futuro acquirente che si aggiudicherà l’asta di luglio 2018:

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