Published On: 24 Settembre 2017Categories: Articoli, Carmen Giovannini, News

Giudici di Pace: sciopero dal 2 al 6 ottobre

Con comunicato ufficiale del 15 settembre 2017 i Giudici onorari di tribunale, i Giudici di Pace ed i Vice Procuratori onorari hanno proclamato la propria astensione dalle udienze civile e penali per tutta la settimana dal 2 al 6 ottobre 2017.

Mediante tale protesta le citate categorie intendono mostrare nuovamente la propria contrarietà nei confronti della riforma approvata dal Governo poiché la medesima non rispetta “i principi di salvaguardia e indipendenza della magistratura onoraria, da intendersi come componente fondamentale e non sacrificabile dell’unica magistratura ordinaria”.

Vieppiù, secondo i Magistrati sarebbero i cittadini comuni a risentire maggiormente di questa battaglia tra i poteri dello Stato poiché in tal modo vengono abbandonati ad un sistema che non garantisce più una reale tutela ma soltanto “comode improcedibilità penali e accertamenti in sede civile sempre più sommari e costosi”.

Il predetto comunicato si conclude evidenziando l’impossibilità, al momento, di dialogo con il Governo e con tutti coloro che appoggiano la contestata riforma, fatta di “scelte autolesionistiche”, e che, oltre ad affossare la magistratura, sta minando la credibilità di tutte le istituzioni.

Dott.ssa Carmen Giovannini

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Giudici di Pace: sciopero dal 2 al 6 ottobre

Con comunicato ufficiale del 15 settembre 2017 i Giudici onorari di tribunale, i Giudici di Pace ed i Vice Procuratori onorari hanno proclamato la propria astensione dalle udienze civile e penali per tutta la settimana dal 2 al 6 ottobre 2017.

Mediante tale protesta le citate categorie intendono mostrare nuovamente la propria contrarietà nei confronti della riforma approvata dal Governo poiché la medesima non rispetta “i principi di salvaguardia e indipendenza della magistratura onoraria, da intendersi come componente fondamentale e non sacrificabile dell’unica magistratura ordinaria”.

Vieppiù, secondo i Magistrati sarebbero i cittadini comuni a risentire maggiormente di questa battaglia tra i poteri dello Stato poiché in tal modo vengono abbandonati ad un sistema che non garantisce più una reale tutela ma soltanto “comode improcedibilità penali e accertamenti in sede civile sempre più sommari e costosi”.

Il predetto comunicato si conclude evidenziando l’impossibilità, al momento, di dialogo con il Governo e con tutti coloro che appoggiano la contestata riforma, fatta di “scelte autolesionistiche”, e che, oltre ad affossare la magistratura, sta minando la credibilità di tutte le istituzioni.

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