Published On: 1 Maggio 2016Categories: Alessandro Rucci, Articoli, Diritto civile

Semafori e corsie di canalizzazione: la sentenza della Cassazione

Con sentenza n. 8412 del 27 aprile 2016, la Suprema Corte è tornata a pronunciarsi in materia di infrazione al Codice della Strada.

Il fatto riguardava un automobilista, ricorrente in Cassazione che, in una strada a due corsie, impegnava la corsia di destra sino all’incrocio semaforico per poi svoltare a sinistra (la lanterna semaforica proiettava la luce verde per coloro che – incolonnati nella relativa corsia – dovevano girare a sinistra, mentre proiettava il rosso per le restanti corsie) e veniva multato dalle apparecchiature di rilevazione automatica ivi poste al semaforo.

Con detta sentenza, la Corte di Cassazione sez. II Civile ha precisato che: “Le lanterne semaforiche di corsia sono apposte in presenza di strade che presentano più corsie in modo da consentire la preselezione e l’attestamento dei veicoli in prossimità di una intersezione: in tali strade le corsie da riservare a determinate manovre devono essere contrassegnate da frecce direzionali (art. 147 reg. C.d.S.)”.

Quindi, la luce del semaforo disciplina “il transito delle vetture che abbiano seguito la canalizzazione cui si dirige il segnale luminoso” e non il passaggio dei veicoli in ragione dell’intenzione del conducente di effettuare una diversa manovra e ciò anche in presenza di una segnaletica (orizzontale o verticale) carente (…) Non è infatti decisiva l’assenza di un espresso divieto di svolta”.

Per questo motivo, la freccia direzionale del semaforo consente di svoltare all’incrocio solo ai veicoli che si sono previamente immessi nella corsia che inalveava il traffico in quella direzione, mentre, chi si trova nella corsia il cui segnale semaforico è rosso, dovrà solamente fermarsi.

Dott. Alessandro Rucci

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Published On: 1 Maggio 2016Categories: Alessandro Rucci, Articoli, Diritto civileBy

Semafori e corsie di canalizzazione: la sentenza della Cassazione

Con sentenza n. 8412 del 27 aprile 2016, la Suprema Corte è tornata a pronunciarsi in materia di infrazione al Codice della Strada.

Il fatto riguardava un automobilista, ricorrente in Cassazione che, in una strada a due corsie, impegnava la corsia di destra sino all’incrocio semaforico per poi svoltare a sinistra (la lanterna semaforica proiettava la luce verde per coloro che – incolonnati nella relativa corsia – dovevano girare a sinistra, mentre proiettava il rosso per le restanti corsie) e veniva multato dalle apparecchiature di rilevazione automatica ivi poste al semaforo.

Con detta sentenza, la Corte di Cassazione sez. II Civile ha precisato che: “Le lanterne semaforiche di corsia sono apposte in presenza di strade che presentano più corsie in modo da consentire la preselezione e l’attestamento dei veicoli in prossimità di una intersezione: in tali strade le corsie da riservare a determinate manovre devono essere contrassegnate da frecce direzionali (art. 147 reg. C.d.S.)”.

Quindi, la luce del semaforo disciplina “il transito delle vetture che abbiano seguito la canalizzazione cui si dirige il segnale luminoso” e non il passaggio dei veicoli in ragione dell’intenzione del conducente di effettuare una diversa manovra e ciò anche in presenza di una segnaletica (orizzontale o verticale) carente (…) Non è infatti decisiva l’assenza di un espresso divieto di svolta”.

Per questo motivo, la freccia direzionale del semaforo consente di svoltare all’incrocio solo ai veicoli che si sono previamente immessi nella corsia che inalveava il traffico in quella direzione, mentre, chi si trova nella corsia il cui segnale semaforico è rosso, dovrà solamente fermarsi.

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