Ricettazione e acquisto di cose di sospetta provenienza: le differenze
Con la sentenza n. 39042/2014, depositata il 24 settembre 2014, la Corte di Cassazione ha affermato che, in tema di ricettazione, ricorre il dolo eventuale quando il soggetto agente accetta consapevolmente il rischio che la cosa acquistata o ricevuta sia di provenienza illecita, non limitandosi ad una mera mancanza di diligenza nel verificare la provenienza della cosa, atteggiamento che invece connota l’ipotesi di acquisto di cose di sospetta provenienza, ex art. 712 c.p.
La Corte ha così accolto il ricorso proposto dal PG, il quale era ricorso per cassazione deducendo l’erronea applicazione dell’art. 648 c.p. da parte della Corte d’Appello, che – riformando parzialmente la sentenza di primo grado – aveva riqualificato l’originaria imputazione, condannando l’imputato per il reato di acquisto di cose di sospetta provenienza.
Ricettazione e acquisto di cose di sospetta provenienza: le differenze
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