condanna_difesa_avvocato
Published On: 13 Marzo 2025Categories: Diritto civile, Sentenze Cassazione, Serenella Angelini

Responsabilità degli avvocati: la cassazione limita gli obblighi risarcitori

La Corte di Cassazione con una recente ordinanza depositata in data 09 gennaio 2025, la n. 475/2025, delinea i limiti di responsabilità professionale forense andando a consolidare il principio secondo cui l’omissione processuale non tende a determinare in automatico un obbligo risarcitorio.

Il caso in questione, sottoposto al vaglio della Suprema Corte, concerne un’azione di responsabilità promossa da parte di un cliente nei confronti del proprio Avvocato con l’accusa di negligenza nell’espletamento del suo mandato difensivo.

In particolare, la questione riguardava l’omesso deposito di documenti ritenuti dal cliente decisivi nell’ambito di un precedente giudizio che aveva a oggetto l’illegittimità dei contratti di lavoro a termine.

I Giudici di primo e secondo grado, nel respingere la domanda risarcitoria, sostenevano il fatto che non vi fosse un nesso causale tra la condotta negligente e il danno in concreto che veniva protestato dal cliente.

La Suprema Corte, esaminato il caso e pronunciandosi con l’ordinanza di cui sopra, conferma quanto statuito dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Lecce evidenziando come non sia di fatto sufficiente, nel determinare una responsabilità nei confronti dell’avvocato, la mera dimostrazione di un’omissione processuale.

Tale decisione viene inserita nell’ambito di un orientamento già consolidato il quale, nel determinare una responsabilità professionale, prevede la prova del “danno conseguenza” ovvero di un pregiudizio patrimoniale subito che derivi in maniera diretta dall’errore professionale.

A tal riguardo, occorre infatti che il cliente dimostri in modo esatto il nesso di causalità intercorrente tra la condotta omissiva contestata e il pregiudizio che ritiene di aver subito.

In particolare, la Corte sottolinea come la sentenza impugnata verteva su una duplice ragione, da una parte il cliente che, invece di impugnare la sentenza sfavorevole, aveva scelto di concludere con la controparte un contratto transattivo e, dall’altra, il fatto che il risarcimento richiesto sarebbe stato comunque notevolmente diminuito per via dalla normativa sopravvenuta.

La pronuncia della Corte tende a conformarsi ai principi generali della responsabilità civile in modo da riaffermare la piena applicazione delle regole sulla causalità materiale e giuridica anche nei riguardi della responsabilità professionale forense.

Tale ordinanza ribadisce inoltre l’importanza di una corretta comunicazione nei confronti del cliente, soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di informazioni sulle relative strategie processuali e i rischi a esse correlati.

Con l’ordinanza n. 475/2025 la Corte mira a creare un bilanciamento degli interessi in gioco, sia dei clienti, che potrebbero subire danni reali, che degli avvocati al fine di evitare che siano esposti a richieste di risarcimento infondate.

Dott.ssa Serenella Angelini

 

condanna_difesa_avvocato

condividi sui social

Indirizzo postale unificato.

Studio Legale Scicchitano
Via Emilio Faà di Bruno, 4
00195-Roma

Telefono.

Mail e Pec.

Contattaci.

Nome e Cognome*

Email*

Cellulare (opzionale)

Messaggio

condanna_difesa_avvocato
Published On: 13 Marzo 2025Categories: Diritto civile, Sentenze Cassazione, Serenella AngeliniBy

Responsabilità degli avvocati: la cassazione limita gli obblighi risarcitori

La Corte di Cassazione con una recente ordinanza depositata in data 09 gennaio 2025, la n. 475/2025, delinea i limiti di responsabilità professionale forense andando a consolidare il principio secondo cui l’omissione processuale non tende a determinare in automatico un obbligo risarcitorio.

Il caso in questione, sottoposto al vaglio della Suprema Corte, concerne un’azione di responsabilità promossa da parte di un cliente nei confronti del proprio Avvocato con l’accusa di negligenza nell’espletamento del suo mandato difensivo.

In particolare, la questione riguardava l’omesso deposito di documenti ritenuti dal cliente decisivi nell’ambito di un precedente giudizio che aveva a oggetto l’illegittimità dei contratti di lavoro a termine.

I Giudici di primo e secondo grado, nel respingere la domanda risarcitoria, sostenevano il fatto che non vi fosse un nesso causale tra la condotta negligente e il danno in concreto che veniva protestato dal cliente.

La Suprema Corte, esaminato il caso e pronunciandosi con l’ordinanza di cui sopra, conferma quanto statuito dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Lecce evidenziando come non sia di fatto sufficiente, nel determinare una responsabilità nei confronti dell’avvocato, la mera dimostrazione di un’omissione processuale.

Tale decisione viene inserita nell’ambito di un orientamento già consolidato il quale, nel determinare una responsabilità professionale, prevede la prova del “danno conseguenza” ovvero di un pregiudizio patrimoniale subito che derivi in maniera diretta dall’errore professionale.

A tal riguardo, occorre infatti che il cliente dimostri in modo esatto il nesso di causalità intercorrente tra la condotta omissiva contestata e il pregiudizio che ritiene di aver subito.

In particolare, la Corte sottolinea come la sentenza impugnata verteva su una duplice ragione, da una parte il cliente che, invece di impugnare la sentenza sfavorevole, aveva scelto di concludere con la controparte un contratto transattivo e, dall’altra, il fatto che il risarcimento richiesto sarebbe stato comunque notevolmente diminuito per via dalla normativa sopravvenuta.

La pronuncia della Corte tende a conformarsi ai principi generali della responsabilità civile in modo da riaffermare la piena applicazione delle regole sulla causalità materiale e giuridica anche nei riguardi della responsabilità professionale forense.

Tale ordinanza ribadisce inoltre l’importanza di una corretta comunicazione nei confronti del cliente, soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di informazioni sulle relative strategie processuali e i rischi a esse correlati.

Con l’ordinanza n. 475/2025 la Corte mira a creare un bilanciamento degli interessi in gioco, sia dei clienti, che potrebbero subire danni reali, che degli avvocati al fine di evitare che siano esposti a richieste di risarcimento infondate.

Dott.ssa Serenella Angelini

 

condanna_difesa_avvocato

condividi sui social

Recent posts.

Recent posts.