
Investe il pedone fuori dalle strisce: è omicidio colposo
“Secondario l’azzardo compiuto dal pedone. L’automobilista, difatti, avrebbe dovuto rispettare il limite di velocità, e tenere una condotta più prudente, trovandosi su un tratto di strada trafficato e in prossimità di un incrocio”.
È quanto statuito dalla Suprema Corte di Cassazione sez. IV Penale con sentenza n. 22019/2018, depositata il 18 maggio u.s., con la quale ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dall’autore del reato.
Nella fattispecie in esame all’imputato veniva contestato il reato di omicidio colposo per aver investito un pedone cagionandone la morte.
Sul merito della questione si era pronunciato, inizialmente, il Tribunale di Taranto che aveva condannato l’automobilista, ex 589 c.p., per la violazione del codice della strada ovvero per aver tenuto una velocità superiore a quella consentita.
Nel caso de quo la sentenza di condanna veniva confermata dalla Corte d’Appello di Lecce che avvalorava quanto descritto nel capo di imputazione dal Giudice di prime cure.
In extrema ratio l’imputato presentava ricorso lamentando vizio di motivazione in relazione alla condotta tenuta dal pedone, il quale, secondo il ricorrente, aveva attraversato la strada al di fuori delle strisce pedonali e in prossimità di un incrocio pericoloso.
Per gli Ermellini il motivo di ricorso è da considerarsi privo di fondamento e, uniformandosi alle precedenti pronunce, ha confermato quanto stabilito dal Tribunale e dalla Corte di Appello, osservando che la violazione del limite di velocità del soggetto reo ha rappresentato conditio sine qua non dell’evento morte, in quanto l’automobilista avrebbe dovuto prevedere l’attraversamento di un pedone in prossimità dell’incrocio e, dunque, mantenere la velocità prevista dalla disciplina della circolazione stradale.
Dott.ssa Chiara Cavallaro

Investe il pedone fuori dalle strisce: è omicidio colposo
“Secondario l’azzardo compiuto dal pedone. L’automobilista, difatti, avrebbe dovuto rispettare il limite di velocità, e tenere una condotta più prudente, trovandosi su un tratto di strada trafficato e in prossimità di un incrocio”.
È quanto statuito dalla Suprema Corte di Cassazione sez. IV Penale con sentenza n. 22019/2018, depositata il 18 maggio u.s., con la quale ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dall’autore del reato.
Nella fattispecie in esame all’imputato veniva contestato il reato di omicidio colposo per aver investito un pedone cagionandone la morte.
Sul merito della questione si era pronunciato, inizialmente, il Tribunale di Taranto che aveva condannato l’automobilista, ex 589 c.p., per la violazione del codice della strada ovvero per aver tenuto una velocità superiore a quella consentita.
Nel caso de quo la sentenza di condanna veniva confermata dalla Corte d’Appello di Lecce che avvalorava quanto descritto nel capo di imputazione dal Giudice di prime cure.
In extrema ratio l’imputato presentava ricorso lamentando vizio di motivazione in relazione alla condotta tenuta dal pedone, il quale, secondo il ricorrente, aveva attraversato la strada al di fuori delle strisce pedonali e in prossimità di un incrocio pericoloso.
Per gli Ermellini il motivo di ricorso è da considerarsi privo di fondamento e, uniformandosi alle precedenti pronunce, ha confermato quanto stabilito dal Tribunale e dalla Corte di Appello, osservando che la violazione del limite di velocità del soggetto reo ha rappresentato conditio sine qua non dell’evento morte, in quanto l’automobilista avrebbe dovuto prevedere l’attraversamento di un pedone in prossimità dell’incrocio e, dunque, mantenere la velocità prevista dalla disciplina della circolazione stradale.
Dott.ssa Chiara Cavallaro
Recent posts.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27695 emessa in data 25.10.2024, ha stabilito che è illegittimo il licenziamento disciplinare di un lavoratore autore di furto di merce – scaduta e di modico valore – [...]
La recente sentenza della Corte di Cassazione in merito all’incidente che causava la morte del passeggero, stabilisce una responsabilità diretta e inequivocabile del conducente riguardo alla sicurezza dei passeggeri, con particolare attenzione all’uso delle cinture [...]
La prima casa, intesa quale unica abitazione del contribuente destinata a residenza principale, non è pignorabile. Tale è il principio ribadito dalla Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 32759 del 16 dicembre 2024 attraverso la [...]
Recent posts.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27695 emessa in data 25.10.2024, ha stabilito che è illegittimo il licenziamento disciplinare di un lavoratore autore di furto di merce – scaduta e di modico valore – [...]
La recente sentenza della Corte di Cassazione in merito all’incidente che causava la morte del passeggero, stabilisce una responsabilità diretta e inequivocabile del conducente riguardo alla sicurezza dei passeggeri, con particolare attenzione all’uso delle cinture [...]