Giudici di Pace: è ancora sciopero
Con comunicato del 6 novembre 2017 l’Associazione Nazionale Giudici di Pace, i Magistrati Onorari Uniti, la Feder.M.O.T., l’UNIMO, l’UNAGIPA e la C.G.P. hanno proclamato l’astensione dei Giudici onorari di tribunale, dei Giudici di pace e dei Vice procuratori onorari dalle udienze civili e penali e dalle altre attività d’istituto dal 21 al 25 novembre 2017.
Tale astensione è il modo delle citate associazioni di continuare a manifestare la propria contrarietà avverso quello che le stesse definiscono “programma di demolizione della magistratura onoraria” del Governo.
Quest’ultimo – come si legge nel comunicato – sta canalizzando le competenze e le potenzialità operative dei Magistrati onorari e dei Giudici di pace all’interno di una concentrata rete di vincoli ordinamentali e di umiliazioni economiche il cui unico scopo è quello di evidenziare la natura onoraria e temporanea di tali categorie, mantenendole però in servizio per ulteriori 16 anni.
Secondo le Associazioni di cui sopra, un approccio di questo tipo rappresenta un’offesa per i cittadini che vogliono avere una giustizia efficiente e pertanto “assentire obbedientemente agli effetti di questa finta riforma significherebbe condividerne la responsabilità morale ed a questo i magistrati onorari italiani intendono sottrarsi senza esitazioni”.
Infine, spiegano le citate Associazioni che lo scopo della protesta è quello di sollecitare la Commissione e la Corte di Giustizia dell’UE che, allo stato dei fatti, risultano gli unici organi nei quali le Associazioni possono riporre la speranza che ai Magistrati onorari sia riconosciuta una permanenza nelle proprie funzioni corredata da una retribuzione adeguata all’anzianità di servizio e da un trattamento previdenziale rispondente a quanto stabilito dalla normativa eurounitaria con la L. 217/74.
Dott.ssa Carmen Giovannini
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Quest’ultimo – come si legge nel comunicato – sta canalizzando le competenze e le potenzialità operative dei Magistrati onorari e dei Giudici di pace all’interno di una concentrata rete di vincoli ordinamentali e di umiliazioni economiche il cui unico scopo è quello di evidenziare la natura onoraria e temporanea di tali categorie, mantenendole però in servizio per ulteriori 16 anni.
Secondo le Associazioni di cui sopra, un approccio di questo tipo rappresenta un’offesa per i cittadini che vogliono avere una giustizia efficiente e pertanto “assentire obbedientemente agli effetti di questa finta riforma significherebbe condividerne la responsabilità morale ed a questo i magistrati onorari italiani intendono sottrarsi senza esitazioni”.
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Dott.ssa Carmen Giovannini
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