Uomo nasconde pistola sotto il materasso, la Cassazione annulla l’ammenda
La Corte di Cassazione, sez. I Penale con sentenza n. 13570/2017, depositata il 20 marzo ha annullato l’ammenda di 200 euro che un Tribunale pugliese aveva attribuito ad un uomo per il possesso di una pistola, occultata sotto ad un materasso.
Il Tribunale, sebbene la pistola fosse detenuta legalmente dall’uomo, aveva stabilito che al proprietario dell’arma era attribuibile una scarsa «diligenza» nel conservare «all’interno della propria abitazione, dove viveva da solo, una pistola, il relativo caricatore e cinquanta cartucce».
Ad aggravare la situazione, secondo i Giudici, era l’eventuale possibilità che nella casa dell’accusato «potevano comunque accedere delle persone, anche senza risiedervi, ed essere esposte al pericolo di un facile rintraccio dell’arma e al contestuale rischio di un suo utilizzo improprio».
Per questi motivi l’uomo era stato condannato al pagamento di una ammenda di 200 euro.
Di avviso contrario la Corte di Cassazione che ha cancellato le accuse mosse all’uomo.
Gli Ermellini, infatti, hanno ritenuto «corrette» le «modalità di custodia» dell’arma. Inoltre «la pistola, senza colpo in canna e priva del relativo caricatore, era nascosta sotto il materasso collocato all’interno della camera da letto; cinquanta cartucce erano collocate all’interno di un cassetto del mobile collocato nella veranda; infine, il caricatore dell’arma era occultato all’interno di una cassapanca in muratura collocato al camino di una sala».
I Giudici, infine, hanno valutato che l’ «abitazione» è risultata «dotata di normali sistemi di chiusura delle porte con serrature» e che «per il privato cittadino non vi è alcun obbligo di adottare particolari sistemi ed efficienti misure di difesa contro i furti in abitazione.
Dott.ssa Chiara Vaccaro
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Il Tribunale, sebbene la pistola fosse detenuta legalmente dall’uomo, aveva stabilito che al proprietario dell’arma era attribuibile una scarsa «diligenza» nel conservare «all’interno della propria abitazione, dove viveva da solo, una pistola, il relativo caricatore e cinquanta cartucce».
Ad aggravare la situazione, secondo i Giudici, era l’eventuale possibilità che nella casa dell’accusato «potevano comunque accedere delle persone, anche senza risiedervi, ed essere esposte al pericolo di un facile rintraccio dell’arma e al contestuale rischio di un suo utilizzo improprio».
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