Tutela del vino: approvata la legge 238
Con la legge n. 238 del 12 dicembre 2016 il Parlamento ha approvato una disciplina organica in materia di coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino.
La nuova legge ha la finalità di salvaguardare un patrimonio culturale nazionale come il settore vitivinicolo negli aspetti della sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale, prevedendo delle regole certe in ottemperanza alle normative europee del settore.
La normativa stabilisce una serie di obblighi in capo agli operatori del settore a tutti i livelli, come l’obbligo per i titolari di cantine e stabilimenti enologici di inviare all’ufficio territoriale dell’agenzia delle Dogane la planimetria dettagliata dei locali, oppure la possibilità di raccogliere le uve solo a partire dal 1°agosto e fino al 31 dicembre di ogni anno.
La parte centrale della riforma riguarda senza dubbio la tutela del legame viscerale tra il vino e il suo territorio di appartenenza e per questo la legge detta una serie di regole sulle denominazioni che è possibile attribuire ai singoli vini (Doc, Dogc, Igt) e sulle zone di produzione degli stessi.
Sarà pertanto possibile attribuire le denominazioni dei territori sulle etichette dei vini prodotti nei suddetti territori ovvero in quelli adiacenti, ma solo laddove esistano analoghe condizioni ambientali e se nei vigneti siano praticate le stesse “tecniche colturali” della zona principale.
Dott. Ettore Salvatore Masullo
Tutela del vino: approvata la legge 238
Con la legge n. 238 del 12 dicembre 2016 il Parlamento ha approvato una disciplina organica in materia di coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino.
La nuova legge ha la finalità di salvaguardare un patrimonio culturale nazionale come il settore vitivinicolo negli aspetti della sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale, prevedendo delle regole certe in ottemperanza alle normative europee del settore.
La normativa stabilisce una serie di obblighi in capo agli operatori del settore a tutti i livelli, come l’obbligo per i titolari di cantine e stabilimenti enologici di inviare all’ufficio territoriale dell’agenzia delle Dogane la planimetria dettagliata dei locali, oppure la possibilità di raccogliere le uve solo a partire dal 1°agosto e fino al 31 dicembre di ogni anno.
La parte centrale della riforma riguarda senza dubbio la tutela del legame viscerale tra il vino e il suo territorio di appartenenza e per questo la legge detta una serie di regole sulle denominazioni che è possibile attribuire ai singoli vini (Doc, Dogc, Igt) e sulle zone di produzione degli stessi.
Sarà pertanto possibile attribuire le denominazioni dei territori sulle etichette dei vini prodotti nei suddetti territori ovvero in quelli adiacenti, ma solo laddove esistano analoghe condizioni ambientali e se nei vigneti siano praticate le stesse “tecniche colturali” della zona principale.
Dott. Ettore Salvatore Masullo
Recent posts.
Con la sentenza n. 192, pubblicata il 3 dicembre 2024, la Corte Costituzionale si è pronunciata sulla Legge 26/06/2024, n. 86, meglio conosciuta come la legge Calderoli, a seguito dei ricorsi presentati da quattro Regioni: [...]
In tema di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, meglio noto come caporalato, è intervenuta una recente sentenza (n. 43662/2024) della seconda sezione penale della Corte di cassazione, offrendo una rilevante interpretazione in merito all’applicabilità [...]
Supplenza annuale come “prospettiva di insegnamento” che giustifica l’accesso alla carta del docente
Con la sentenza 26.11.2024, il Tribunale del Lavoro di Verona ha riconosciuto il diritto dei docenti con supplenze annuali ad usufruire della Carta del Docente, disponendo la condanna del Ministero dell’Istruzione al risarcimento di una [...]
Recent posts.
Con la sentenza n. 192, pubblicata il 3 dicembre 2024, la Corte Costituzionale si è pronunciata sulla Legge 26/06/2024, n. 86, meglio conosciuta come la legge Calderoli, a seguito dei ricorsi presentati da quattro Regioni: [...]
In tema di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, meglio noto come caporalato, è intervenuta una recente sentenza (n. 43662/2024) della seconda sezione penale della Corte di cassazione, offrendo una rilevante interpretazione in merito all’applicabilità [...]