Beni ipotecati: tra sequestro preventivo e interessi dei terzi
La Suprema Corte di Cassazione seconda sezione penale, con sentenza n. 22176 del 29 maggio 2014, si è pronunciata nuovamente su un tema particolarmente delicato: il rapporto tra le misure di prevenzione e i diritti che i terzi possono vantare sui beni oggetto delle stesse.
Rifacendosi a consolidati orientamenti giurisprudenziali (Cass. S.U. n. 10532/2013; Cass. n. 10471/2014), la Suprema Corte ha confermato, ribadendo la piena assoggettabilità a sequestro dei beni gravati da ipoteca. Tale assunto veniva suffragato sostenendo che, la misura preventiva risponde a finalità diverse, ovvero quelle di salvaguardare l’interesse pubblico, che come tale non può essere ostacolato dall’esistenza di diritti reali di godimento o di garanzia vantati dai terzi.
Ha sostenuto altresì che gli stessi diritti reali di godimento o di garanzia vantati dai terzi potranno trovare soddisfazione nelle successive fasi processuali. Pertanto la necessità del bilanciamento tra interessi contrapposti determina, quindi, soltanto un procrastinare ad un momento successivo, la possibilità per il terzo creditore di buona fede di chiedere, attraverso apposito procedimento, il riconoscimento del suo diritto.
In virtù di tali conclusioni, la Suprema Corte ha così negato tutela al terzo creditore ipotecario dell’immobile oggetto di sequestro preventivo, respingendo la richiesta di revoca dello stesso.
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